MADRE
MARIA AMATA
FAZIO
Itala Fazio nacque a Palermo il 2 giugno 1915. Il suo nome di battesimo, chiaramente patriottico nel clima del primo conflitto mondiale, divenne in religione Maria Amata, nome che tutti ricordiamo con filiale referenza e semplicemente: Madre Amata.
Fu un esistenza tutta donata a Dio, fin dall’infanzia, provata dalle difficoltà familiari per la morte precoce del padre. Conseguito il diploma magistrale, Itala volle attuare il suo ideale di consacrazione entrando nel 1934 nell’Istituto delle Serve dei Poveri, fondato da Giacomo Cusmano. Qui apprezzata per le sue doti umane e spirituali, esplicò il delicato incarico di Maestra delle Novizie.
Ma dopo alcuni anni, sempre più attratta dall’ideale di una vita contemplativa, tutta dedita alla preghiera, e superate non poche difficoltà, fece il passaggio al Monastero della Visitazione di Palermo.
Vi entrò il 28 giugno 1948, solennità di S. Francesco di Sales, fondatore dell’Ordine.
Il suo nuovo nome sarà, significativamente, Suor Maria Amata. Ben presto divenne la guida, l’anima della Comunità che dalla sua spiritualità, dal suo equilibrio e dalla sua spiritualità, attinse per decenni il suo sostegno. Madre e Maestra: Madre Amata lo fu in tutta la pienezza del termine.
Con sorprendente coraggio intraprese la costruzione del nuovo monastero in zona Barone Scala, coadiuvata dalla saggia economa, Suor Teresa Cherubina Formento, e dalla professionalità e dedizione dell’Ingegnere N. Scibilia.
Madre Amata svolse altri compiti nell’ambito della Federazione dei monasteri, e mostrò sempre disponibilità e attenzione materna a chiunque a lei ricorreva.
La malattia, la più seria fra le diverse infermità che la accompagnarono, la fermò in condizione di emiplegia, che tuttavia le permetteva di sostare a lungo in preghiera nella sua sedia rotelle presso il S.mo Sacramento. Nove lunghi anni, preziosi agli occhi di Dio.
“Vorrei essere – aveva scritto nelle sue note – un braciere ardente per il Signore, e ridurmi in povera cenere palpitante d’amore! Un nulla adorante al cospetto del tutto, alla presenza dell’essere!”.
La sua lampada, giunta all’ultimo guizzo, si spense il 23 febbraio 2005.
Madre Amata aveva dettato, alcuni giorni prima, in vista della sua imminente scomparsa, una supplica, che fu proclamata da Sua Eminenza, il Cardinale De Giorgi, nelle sue esequie:
“Signore, salvami! Affinché io possa consumarmi d’amore eternamente! Morir d’amore: ultimo attracco quando per tutta una vita si sono gettate le ancore nei lidi celesti!...”
Le sue spoglie mortali furono traslate nello stesso anno 2005 nel Monastero della Visitazione ove riposano nella cappella interna, luogo di preghiera a lei caro.